Arrivando a ogni nuova città il viaggiatore ritrova un suo passato che non sapeva più d'avere: l'estraneità di ciò che non sei più o non possiedi più t'aspetta al varco nei luoghi estranei e non posseduti.

(Italo Calvino - le città invisibili - 1972)












 

 

 

 

 

 

 

 

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All'inizio di questo viaggio musicale non avevamo idea di chi o quale parte di noi avremmo incontrato. Forse un amico conosciuto tra le note di un disco; forse un luogo immaginato ricoperto dalla polvere bagnata del ricordo; forse il respiro di un ballo al suono dei nostri strumenti.

Tutte le immagini e le sensazioni che hanno accompagnato questo viaggio hanno trovato un suono in questo disco. Ci siamo così ritrovati in mano una valigia traboccante di amuleti e stoffe colorate, raccolti lungo la strada. A questo punto, potevamo aprire la valigia e far scorrere malinconicamente tra le mani il nostro bottino; abbiamo invece preferito metterci a parlare con l'opera di Calvino che dà il titolo al nostro disco, condividendo esperienze e scambiando con essa i nostri racconti di viaggio, come con un amico incontrato una sera in una locanda davanti al mare.

Per il momento il viaggio si ferma qui, i bicchieri sono vuoti, e non è più ben chiaro chi ha visitato cosa. Tutto quello che possiamo fare ora è aprire con voi la nostra valigia e lasciarvi, se volete, uno degli oggetti raccolti da portare con voi durante il vostro cammino.

 

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